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Tra storia e nuovi modelli, le bici Bianchi ripartono da 140 anni

Tra storia e nuovi modelli, le bici Bianchi ripartono da 140 anni

Una Specialissima dedicata a Marco Pantani che riproduce la livrea giallo-celeste della bici della storica doppietta Giro d’Italia-Tour de France nel 1998, in edizioni limitata di 101 esemplari, perché quello era il numero di gara del Pirata al Giro. Un museo dedicato alla storia di uno dei marchi più iconici dell’industria italiana, sinonimo di ciclismo eroico, ma passato anche per automobili e aeroplani, nel cuore di Casa Bianchi, nello stabilimento avveniristico di Treviglio, affiancato da una caffetteria e un nuovo flagship store.

Ma, soprattutto, l’Officina Edoardo Bianchi, lo spazio intitolato al fondatore che proietta verso un futuro ispirato alla personalizzazione che ruoterà attorno a una triplice dimensione: laboratorio di restauro per il restauro delle Bianchi d’epoca con pezzi originali, luogo per la realizzazione di serie speciali personalizzate, basate su prodotti già esistenti, e boutique artigianale per la progettazione di prodotti unici, con l’obiettivo di arrivare alla bicicletta “su misura”.

Con queste tre iniziative straordinarie, che giocano tra un passato leggendario che va da Fausto Coppi al Pirata, e un futuro tutto da inventare per contrastare il dominio dei colossi orientali, la Bianchi ha voluto celebrare i suoi 140 anni di vita con l’obiettivo di riprendersi un ruolo in prima fila nell’industria ciclistica mondiale. “L’obiettivo è uno solo: diventare la migliore azienda di biciclette al mondo che produce le migliori biciclette al mondo”, ha affermato il presidente e patron Salvatore Grimaldi nel corso della serata che ha festeggiato l’anniversario. “Bianchi ha tutti gli ingredienti per riprendersi il ruolo che le spetta. È una boutique industriale: un posto dove l’innovazione incontra la cura artigianale, dove ogni prodotto è pensato intorno al cliente”, gli ha fatto eco Alberto Cavaggioni, amministratore delegato e direttore generale di Bianchi dallo scorso marzo, chiamato a rilanciare un marchio che ha fatto la storia del ciclismo.

Presidente e ad hanno parlato nel mezzo del nuovo impianto industriale di Treviglio, inaugurato un anno fa, frutto di un investimento da 40 milioni di euro, mirato a riportare la produzione in Italia, in quella che è stata progettata per essere una fabbrica “artigianale”, dove ogni addetto segue una singola bicicletta nell’assemblaggio, controllando tutte le fasi del processo. Oggi dall’impianto escono 240 pezzi al giorno, ma l’obiettivo è di arrivare gradualmente a sfruttare l’intera potenzialità di 500 bici, tra tradizionali e pedalata assistita. “Dopo lo smaltimento delle giacenze, il 2026 sarà l’anno della ripresa per il settore delle due ruote e noi vogliamo essere pronti, anche aprendo alle novità, a partire dalle urban ebike che rappresentano il futuro”, aggiunge Cavaggioni.

Proprio i festeggiamenti dei 140 anni, intitolati ambiziosamente “Cycling Beyond”, hanno fornito l’occasione per il lancio di una serie di novità che conferma la Bianchi come brand capace di spaziare su tutti i segmenti, dallo sportivo al gravel, dal muscolare all’elettrico, dal fuoristrada al commuting, con il rilancio della gamma per Infinito e Aquila e dei modelli di gravel. In autunno arriveranno altre novità per un rilancio che “tradisce” il tradizionale colore celeste per cui, da Coppi in poi, la Bianchi è conosciuta e riconosciuta in tutto il mondo: la scelta del cambio di colori, la possibilità di scegliere e personalizzare tra tinte avveniristiche e senz’altro gradevoli, rappresenta una vera e propria scommessa, che guarda a un pubblico più giovane e meno legato alla storia del marchio.

ilsole24ore

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