Napoli, emergenza infortuni: si ferma anche Anguissa. Le contromisure di Conte
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Napoli, 26 febbraio 2025 – C'era una volta la piena abbondanza per Antonio Conte, che al contrario degli altri allenatori in lotta per le posizioni di vertice della classifica poteva godersi anche la settimana intera di lavoro per preparare le partite, oltre a poter usufruire di una rosa più fresca fisicamente. In realtà, queste teorie nel calcio non hanno mai trovato il plauso unanime, incontrando invece l'opposizione di chi sostiene che una squadra più gioca e più acquisisce valore dal punto di vista fisico e da quello della sicurezza nelle proprie qualità.
Quasi come un monito, si staglia il rendimento dell'anno scorso della Juventus praticamente quasi da questo momento in poi della stagione: da favoriti per lo scudetto proprio per l'assenza in calendario delle competizioni europee, i bianconeri quasi non centravano invece neanche uno dei cinque posti in palio per la Champions League. Lo stesso Napoli sta cominciando a mostrare dei segni di cedimento dopo mesi vissuti a tutta. Si parte dal rendimento, con una striscia aperta di 4 partite senza vittoria (3 pareggi e 1 sconfitta) e si arriva ai tanti infortuni muscolari che sembrano manifestare ancora meglio dei risultati il serbatoio quasi vuoto di tanti giocatori che finora hanno tirato la proverbiale carretta. L'ultimo ingresso ai box è quello di André-Frank Zambo Anguissa, uno dei pilastri dell'ex capolista, nonché quasi inatteso bomber di una stagione comunque ancora al di là di ogni più rosea aspettativa.
L'infortunio di Anguissa e gli altri precedenti in rosaLo stop del camerunese è l'ultimo 'souvenir' lasciato in ordine cronologico dalla nefasta trasferta di Como: per il numero 99 finora 5 gol e 3 assist in un'annata che non ha visto il Napoli la macchina da guerra in avanti come lo era stato nel recente passato. Ciò che invece non cambia mai è l'abitudine del club partenopeo di non sbilanciarsi sui tempi di recupero degli infortuni e in particolare di quello occorso al Sinigaglia, rivelatosi una lesione distrattiva del muscolo soleo della gamba destra: l'ipotesi più plausibile parla di una permanenza in infermeria di almeno 3 settimane, con le partite contro Inter, Fiorentina e Venezia destinate a essere cancellate dalla tabella di marcia di Anguissa, che dunque potrebbe tornare a fine marzo, in occasione del match contro il Milan che riavvierà il campionato dopo la sosta per le Nazionali. Come sempre quando di mezzo c'è un guaio muscolare, una tassa che più o meno ogni squadra paga a un certo punto della stagione, il dibattito si divide tra semplice fatalità e responsabilità più o meno dirette degli sforzi accumulati dal giocatore in esame.
Il problema in casa Napoli è che quello di Anguissa non è né il primo né l'unico infortunio di questa tipologia occorso in tempi recenti (e non solo). L'azzurro più bersagliato dalla malasorte (ammesso che di essa si tratti in questi casi) è Pasquale Mazzocchi, che è finito in infermeria due volte, primato tristemente condiviso con Mathias Olivera: tra le vittime del soleo, il muscolo a quanto pare più fragile quest'anno dalle parti di Castel Volturno, c'è stato pure Matteo Politano. Nel corpo umano ci sono però tanti altri muscoli oltre a quello situato nel polpaccio, come hanno sperimentato via via i vari Alex Meret (adduttore lungo della coscia sinistra), Stanislav Lobotka (muscolo semitendinoso), Leonardo Spinazzola (medio gluteo destro) e David Neres (lesione distrattiva del semimembranoso della coscia sinistra).
Quasi una formazione intera appiedata da lesioni muscolari alla quale si potrebbero aggiungere quei giocatori che di tanto in tanto si sono fermati per semplici affaticamenti: comunque la spia di un problema profondo che mal si sposa con gli sforzi in teoria profusi da una squadra che gioca solo una volta a settimana. Un indizio in realtà lo avevano fornito le 'recensioni' dei tifosi e degli stessi giocatori emesse dopo i ritiri di Dimaro e Castel di Sangro: allenamenti sfiancanti e con dei carichi di lavoro non esattamente consueti, per qualcuno quasi senza precedenti, che avrebbero comunque contribuito a far andare il Napoli a tutta (e forse anche oltre i propri limiti) prima della flessione delle ultime settimane e in particolare in quei secondi tempi che a lungo erano stati invece il punto di forza della squadra che è rimasta al comando della classifica per 18 turni consecutivi.
Il 3-5-2 verso la conferma contro l'InterLa questione modulo diventata pregnante nei giorni scorsi, con in ballo la permanenza del 3-5-2 o il ritorno al 4-3-3, viene a cascata intaccata dalle ultime notizie che arrivano dall'infermeria, con protagonista Anguissa. Lo stop del camerunese in un certo senso facilita il lavoro di Conte, che nelle ultime ore si stava arrovellando sul da farsi per provare a riportare il Napoli agli splendori di qualche settimana fa. A questo punto, invece, sabato alle 18 al Maradona tutto spinge per gli azzurri schierati ancora con il 3-5-2, una soluzione che magari sarebbe stata comunque adoperata per giocare a specchio con l'Inter, cercando così di non consegnare a Simone Inzaghi il controllo della mediana. La chance buona da titolare la avrà ancora Philip Billing, uno dei migliori ai Sinigaglia per quantità e qualità in particolare nel tiro. Quanto sfoggiato dal danese in un contesto non esattamente edificante, specialmente nella ripresa, può fungere da messaggio a Conte: forse, al netto dell'addio di Khvicha Kvaratskhelia e dell'arrivo di profili non esattamente blasonati, qualche risorsa in più il mercato di gennaio l'ha portata. E chissà che ora, con i titolarissimi in riserva di energie o addirittura fuori causa, non scatti l'ora di attingere finalmente alla panchina, dove tra l'altro fino a poco tempo fa era spesso accomodato lo stesso Giacomo Raspadori, oggi diventato invece il salvatore della patria e l'emblema di questo redivivo 3-5-2 che comunque non sta accontentando tutti i palati né fornendo i risultati auspicati di copertura difensiva in un periodo molto complicato.
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