Finali NBA: Indiana batte OKC e prolunga la suspense

Giovedì scorso a Indianapolis, i Pacers hanno conquistato una vittoria strepitosa nella settima partita contro i Thunder.
Uno spettacolo pirotecnico per tenere accesa la fiamma. Con le spalle al muro, i Pacers hanno sconfitto OKC ( 108-91 ) giovedì a Indianapolis, durante Gara 6 delle finali NBA. Una dimostrazione collettiva, con un'eccezionale ondata di calore a cavallo tra il secondo e il terzo quarto (39-9) e fino a 30 punti di differenza. Le due squadre si incontreranno di nuovo domenica a Oklahoma City, per un'infuocata Gara 7 (dalle 2 del mattino di domenica a lunedì). Sei giocatori con 10 punti o più nelle fila dei Pacers, cuore incredibile e aggressività in difesa giovedì sera, tra cui Obi Toppin (20 punti), Andrew Nembhard (17 punti), Pascal Siakam (16 punti, 13 rimbalzi), TJ McConnell (12 punti) e Aaron Nesmith (10 punti). In dubbio da tempo per un infortunio al polpaccio, anche Tyrese Haliburton (14 punti) ha risposto. Per quanto riguarda Oklahoma City, in piena fase di sfondamento, 21 punti sono andati a Shai Gilgeous-Alexander, che ha perso più palloni (8) di quanti canestri abbia realizzato (7), e 16 punti sono andati a Jalen Williams.
Rick Carlisle era già furioso dopo tre minuti, dopo aver visto la sua squadra imbucata da Jalen Williams senza nemmeno un canestro (2-8, poi 2-10). Siakam ne ha finalmente trasformato uno dopo quattro minuti (4-10). L'inizio di un parziale di 16-2, inclusi otto punti consecutivi di Nembhard (18-12). Complessivamente solidi in difesa e soprattutto contro "SGA", i Pacers hanno messo a segno una pioggia di triple con Toppin e Haliburton (24-17). Haliburton che aveva chiuso a 0/6 in Gara 5. Fine della (brutta) serie. Finalmente una vittoria importante per OKC, fino a quel momento impacciata, con Wiggins (26-20) e i Thunder che si sono ritrovati a -3 dopo 12 minuti (28-20, poi 28-25 alla fine del primo quarto), e a -1 all'inizio del secondo (32-31). Dall'altra parte, McConnell ha pensato a tutto, segnando otto punti consecutivi (36-33). Soprattutto, OKC stava moltiplicando le sue palle perse (42-33). E in questo ambito, McConnell ha avuto un impatto XXL. Che cuore, che guerriero!
La sua uscita non ha smorzato l'entusiasmo dell'Indiana, che è cresciuto grazie alla difesa, al gioco veloce, al contributo della panchina e alla tecnica da tre punti. Un delta di 20 punti dopo una schiacciata incredibile di Siakam in transizione, su un'offerta di Haliburton, e addirittura di 22 dopo un canestro finale dello stesso Siakam sulla sirena (64-42 MT). OKC alle corde, impotente, dominata, sconfitta. L'Indiana ha chiuso il primo periodo con un parziale di 30-9. Una serie durante la quale i Thunder hanno tirato 3/14 e perso 6 palloni...
Un cambio dagli spogliatoi è arrivato per Mark Daigneault, con Caruso nel quintetto al posto di Hartenstein. Un cambio nel quintetto, ma non nell'atteggiamento o nel successo. Il punteggio è rimasto invariato, sapendo che Indiana stava sprecando occasioni per mettere a dura prova gli avversari. Nessun punto da entrambe le parti per quasi quattro minuti! Ed è stata... Indiana a segnare il primo canestro del secondo tempo, un layup di Haliburton (66-42). Timeout per Daigneault, che ha mostrato tutte le sue doti di allenatore. Ma niente ha funzionato. Una difesa gruviera, un attacco in sordina, OKC non era ancora all'altezza (70-42). Incredibile. Ci sono voluti 5 minuti e 3 secondi di gioco per assistere al primo canestro di Oklahoma City del secondo tempo, un "SGA" che ha messo in orbita Hartenstein. Dopo l'euforia, Indiana ha rallentato un po' e OKC ha guadagnato terreno, con Shai che è uscito dalla sua area di rigore (75-57). Ahimè, il tiro dei Thunder ha continuato a sfuggirgli. Il calice è stato finalmente rotto dalla tripla di Sheppard sullo scadere del terzo quarto (90-60 alla fine del terzo quarto).
Mancano ancora 12 minuti alla fine, ma ovviamente la suspense è ancora più alta. Il quarto quarto è iniziato, con Shai Gilgeous-Alexander, Jalen Williams e i dirigenti dei Thunder che guardavano dalla panchina, da cui non si sono mai allontanati. Questo lungo "garbage time" ha almeno permesso al francese Ousmane Dieng di sgranchirsi le gambe e persino di segnare una tripla. Il momento clou dell'ultimo quarto? L'espulsione di James Johnson, tutto qui (108-91). Si va a Oklahoma City, con un'allettante Gara 7 a concludere una serie tanto sorprendente quanto emozionante.
lefigaro